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G. Ph. Telemann: Sonate, Trii e...
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G. Ph. Telemann: Sonate, Trii e Concerto per Viola da Gamba
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Georg Philipp Telemann (1681-1767), coevo di J.S. Bach e di G.F. Handel, in vita molto più conosciuto dei due, benché autodidatta, è stato autore di un amplissimo catalogo che spazia dalla musica strumentale a quella vocale, dalla musica profana a quella sacra, dalla musica da camera al teatro musicale.
Il confronto con i due grandi esponenti del tardo barocco musicale non rende giustizia al ruolo centrale che Telemann occupa in quel panorama storico, soprattutto in relazione alle trasformazioni che porteranno il linguaggio musicale verso lo stile Galante e la cultura musicale tout court verso condotte e pratiche contemporanee. Basterebbe citare, per esempio, Pimpinone (1725), una delle sette opere pervenuteci complete, composta da tre intermezzi, il cui titolo completo è Der Ungleiche Heyrath (Il matrimonio diseguale), di fatto anticipatore della Serva Padrona di Pergolesi, rivelatrici entrambe dell’emancipazione del teatro musicale dal melodramma serio e dell’Opera Buffa o il Collegium Musicum di Lipsia (1702), fondato da Telemann, ancora studente, uno dei primi esempi di istituzione musicale pubblica che tra l’altro, nel 1729, passò nelle mani di J. S. Bach.
Questa produzione discografica della dinamica Baryton offre uno spaccato sulla produzione strumentale di Telemann.
Le Sonate per viola da gamba, TWV 41:a6 in la minore e TWV 41:e5 in mi minore, la Trio Sonata in re maggiore, TWV 42:D9, per violino, viola da gamba e basso, la Trio Sonata in sol maggiore per cembalo obbligato, viola da gamba e basso continuo, appartengono agli Essercizii musici, pubblicati tra il 1739 e il 1740.
Composizione della maturità, presentano una scrittura musicale lineare, tendenzialmente più asciutta dello stile barocco che ancora imperava verso la seconda metà del Settecento. Il tematismo, cifra denotativa del classicismo, non è ancora pienamente realizzato ma in questo ciclo da camera Telemann lascia già intravvedere una tessitura dalla quale emerge con chiarezza la melodia in primo piano e sullo sfondo l’accompagnamento che abbandonando il carattere radicalmente contrappuntistico si avvicina a una sintesi armonica verticale, prossima allo stile Galante.
Il Concerto per viola da gamba, archi, basso continuo, TWV 51:A5, in la maggiore, rappresenta la nuova frontiera del concerto settecentesco tedesco. Plasmata sul modello del concerto italiano di tradizione corelliana, la scrittura di Telemann, percorrendo la strada del concerto di gruppo, di fatto ha contribuito non poco a proiettare la musica orchestrale verso la sinfonia, caratteristica predominante della cultura e del pensiero musicale tedesco.
Gianni La Marca e i musicisti che lo accompagnano restituiscono un suono leggero, luminoso nei dettagli, fluido nel restituire le giuste proporzioni alla poetica di Telemann. Un lavoro che contribuisce a ricostruire un passaggio chiave dello sviluppo della musica occidentale, a partire dal trattamento del suono stesso, il cui quadro emerge nel suo carattere innovatore.
Matteo Patavino
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